2024, it's a wrap! Bollettino di fine anno
Dai charms sulle borse ai cambi di direzione creativa, le brat e i balletti di Sofia Richie. Il resoconto cessissimo del 2024 by Moda al cesso
Buon martedì piccoli cessi innevati!
Quello di oggi è l’ultimo appuntamento del 2024 con “Moda al cesso”, quindi ho pensato di realizzare il recappone di fine anno per tirare le somme insieme. La settimana prossima sarò beatamente in vacanza dunque vi faccio gli auguri di buon 2025 in anticipo, sperando che l’anno prossimo Sofia Richie non si cimenterà in altri balletti useless da pubblicare sui social…
Quindi tenetevi forte, anche se molti di voi non sono psicologicamente pronti a rileggere certe scemenze (e tendenze) che hanno caratterizzato il 2024, è arrivata l’ora di prendere consapevolezza. Sono con voi, vi tengo per mano.
Buona lettura xx
Hydra
Un anno fa, in questo preciso periodo, iniziavo a credere in me stessa per la prima volta. Mi sono sempre data un valore senza tuttavia fidarmi appieno delle mie capacità, o fare un passo per uscire dalla mia comfort zone ed esplorare nuove prospettive di vita. Un anno fa ho deciso di puntare su me stessa: sui miei studi, sulle mie conoscenze, sulla mia voglia di condividere ciò che so e ciò che amo con delle persone genuinamente curiose, interessate, appassionate. “Il mio pubblico”, in un certo senso. Voi, in un certo senso. Ho sempre avuto abbastanza seguito sui social, ma un’audience piuttosto superficiale, salvo quelle poche ma preziose persone che fanno parte della mia sfera più intima. Ho sempre lavorato con la mia immagine, ma non era abbastanza. L’immagine svanisce, e io avevo tantissima voglia di fare quel taglio di capelli strano, di smettere di concentrarmi sulla bellezza canonica e di pensare con la mia testa a cosa fosse, per me, la bellezza. Oggi credo di averlo un po’ capito: siamo più belli quando facciamo quello che vogliamo. Siamo più belli quando siamo gratificati e soddisfatti di noi stessi, anche se la nostra faccia è piena di cicatrici da acne e i nostri capelli colorati fanno storcere il naso alla gente. Siamo più belli quando trascorriamo le giornate a concentrarci sulle nostre cose preferite, e la luce che emaniamo rende belli anche gli attimi più offuscati.
Ho iniziato a scrivere questa newsletter qualche mese fa, diretta conseguenza della mia voglia di esprimermi davanti a persone che condividono la mia visione. Non potevo fare scelta più giusta: grazie a voi e al vostro supporto, miei amati cessini, sto imparando a prendermi cura di me. Quindi ogni volta che aprite “Moda al cesso”, sappiate che c’è una ragazza felice che forse ha trovato la sua strada, ed è anche merito vostro.
Ma adesso basta sentimentalismi (grazie, grazie, grazie!), è giunto il momento di salutare il 2024 di “Moda al cesso” con un resoconto dei punti salienti dell’anno, dalle tendenze alle scemenze, passando per gli avvenimenti succulenti del fashion system, gli addii e i nuovi inizi. Pronti?
Le Mob Wife, Alessandro Michele e l’addio al quiet luxury
Dimenticate il minimalismo beige, i maglioncini in cashmere anonimi e i blazer che sussurrano "sono ricca ma non lo dico". Il 2024 ha deciso di fare un'inversione a U e parcheggiare in un casinò di Atlantic City: l’era del quiet luxury è finita quest’anno, e a prennunciarlo è stato trend incisivo come un anello di diamanti al pugno. Le Mob Wife hanno caratterizzato l’inizio del 2024 e come una profezia di Nostradamus hanno cancellato ogni tentativo di portare ai minimi termini le tendenze moda - nonostante qualche superstite sia rimasto, fuori tempo massimo. Ma di cosa si tratta? Beh, nel caso ve lo siate persi, per farla breve, immaginatevi il guardaroba di una moglie di un boss della mafia (o aspirante tale): pellicce leopardate, tacchi vertiginosi, rossetto rosso, gioielli vistosi e unghie laccate. Complice il ritorno delle serie a tema mafioso, con protagoniste donne forti e senza paura, le Mob Wife sono volate ancora più in alto. Pensate a una Carmela Soprano in chiave moderna: il suo spirito regna negli armadi di chi sceglie di seguire questo trend, accompagnato da playlist di canzoni italiane anni '60 e un bicchiere di prosecco in mano.
A rincarare la dose, è arrivato Alessandro Michele da Valentino, come un uragano di broccato, piume e cristalli, a rovesciare ogni cosa. Dopo l’addio a Gucci cominciavamo a sentire la sua mancanza, ma quest’anno non siamo rimasti a bocca asciutta per troppo tempo. Il maestro dell’esuberanza ha detto addio ai sussurri e bentornato agli urli, segnando il ritorno ufficiale del loud luxury in passerella. Via il minimalismo, dentro un'orgia di colori, pattern e un’estetica che non si accontenta di essere vista: vuole essere celebrata. La rivoluzione è servita, e io non potrei essere più felice di così.
Il ritorno dei bag charms
Questo è stato un tasto dolente per gli amanti dello stile kawaii, delle blind box e di tutto ciò che è “puccioso”. E ve lo dice una che da pre-adolescente, quando le coetanee compravano i primi trucchi di Pupa, spendeva i soldi della paghetta in portachiavi di Diddl, mini casette di Hamtaro, Winnie The Pooh da attaccare al telefono e modellini dei Pokémon. Risultato: quest’anno i bag charms hanno assaltato il mio portafogli e al momento sono più povera di quello che dovrei essere, ma dannatamente felice. In onore del Y2K, che dal 2022 ha riportato in auge pantaloni a vita bassa, tooth gems e mollettine per capelli, quest’anno i bag charms sono tornati ufficialmente di moda e hanno conquistato anche i brand più altisonanti. Primo fra tutti, Miu Miu, che per la cronaca è ancora il marchio più hot dell’anno secondo Lyst, imbattuto. Ma è Popmart, con i suoi adorabili personaggi da collezione, il re indiscusso del revival. Ed ecco che le borse delle fashion girlies si sono trasformate in mini gallerie d’arte con micro sculture kawaii, dai Tamagotchi ai Labubu, passando ovviamente per i charms di Hello Kitty e della Sanrio. Ora comunque, quando esco di casa sono accompagnata la mia colonna sonora tintinnante, ad ogni passo.
Maison Margiela Artisanal FW24 by John Galliano
Un argomento che merita un paragrafo a sé, siccome sono passati 12 mesi da questa collezione ma ancora non abbiamo smesso di parlarne. Dopo l’abbandono di John Galliano a Maison Margiela ci sentiamo tutti un po’ persi, tuttavia questa collezione continua a farmi sperare nella moda, perché mi ha dimostrato che la creatività non è morta, occorre solamente trovare qualcuno che riesca a resuscitarla. Tradizione, innovazione, artigianalità e passione - valori sempre più ricercati in una società dominata dalla produzione di massa. Questa collezione ha tutto ciò e molto di più, ed è stata definita “uno dei più bei spettacoli del decennio”, oltre che la sfilata più memorabile del 2024. Oltre a questo, i riferimenti visivi alla Parigi notturna e all'opera di Brassaï aggiungono una dimensione narrativa allo show, trasformando ogni capo in un frammento di una storia più grande. Questo rafforza il legame tra moda e cultura, elevandola, al giorno d’oggi, a un’impareggiabile forma di espressione artistica.
Scemenze: brat o demure?
Purtroppo mi tocca abbassare i toni per dedicarmi alla cagata dell’anno, che chiaramente non manca mai anche nel mondo della moda. Se voi alla domanda “brat o demure?” non sapete ancora cosa rispondere, vi stringo la mano. Ce l’avete fatta a non soccombere, e avete la mia stima. Ma nel caso siate tra quei pochi fortunati che non sanno di che cosa si tratti - beati voi - ora vi do una delucidazione a riguardo. La tendenza "brat o demure" ha caratterizzato la fine dell’estate 2024: da un lato l'irriverenza sfacciata della "brat" – minigonne provocanti, crop top audaci, colori fluo – dall’altro la sobrietà quasi d’altri tempi del "demure", con colli alti, gonne midi e toni neutri. “Brat”, per la cronaca, è un termine riportato in auge da Charli XCX, che ha chiamato così il suo ultimo album cercando di abbozzare un’estetica da party girl che sui social funziona molto. Si tratta, per farla breve, dell’ennesima diatriba social - in meri termini stilistici e comportamentali - tra le brave e le cattive ragazze, con tutti i loro usi e costumi. Mojito oppure tè verde? Tank top scollati oppure abitini casti? Discoteca o biblioteca? E così via. Solo che prima non si sapeva come chiamarle. Intrigante, vero?
Tutti pazzi per il tennis
Tenniscore, avete presente? Facciamo un’analisi del perché stiamo utilizzando questo termine così tanto. Nel 2024, il tennis è diventato estremamente rilevante non solo come sport, ma anche come fonte d'ispirazione nel mondo della moda per una serie di motivi che combinano cultura, estetica e marketing. Tra questi, spiccano figure come Jannik Sinner e il fenomeno cinematografico di “Challengers”, elementi che hanno contribuito a ridefinire l'estetica del tennis e il suo impatto sulla cultura pop. Da una parte, Jannik Sinner, astro nascente del tennis italiano, è diventato un simbolo di eleganza grazie alla sua collaborazione con marchi di lusso - una cosa che non succedeva da un botto di tempo nel mondo del tennis. Dall’altra, “Challengers”, pellicola di Luca Guadagnino con protagonista Zendaya assieme a Josh O’Connor e Mike Faist (noti come i “rodent men” del cinema) ha ulteriormente arricchito l'appeal del mondo del tennis, esibendo un vestiario che mescola sporty style, casualwear e chicness. Gli outfit indossati dai protagonisti, sia nei poster promozionali che nel film stesso, hanno dettato nuove tendenze nell’abbigliamento sportivo e athleisure - prima fra tutte, la t-shirt “I Told Ya” di Loewe. Il riflesso di questa tendenza ha portato un’ondata di fasce per capelli, calzettoni bianchi e minigonne sui social, dando forma a quello che oggi definiremmo “tenniscore”.
Esaurimenti: il toto-fashion dei direttori creativi
Passiamo ora a una questione spinosa, soprattutto per noi fashion creator che abbiamo letteralmente perso la pazienza per settimane: il "toto-nomi del mondo della moda, una giostra di entrate e uscite di direttori creativi che ha fatto girare la testa a tutti. Vi faccio un breve resoconto cercando di non spaccare lo schermo del computer dovendo riesumare tutto quello che è successo - se me ne dimentico qualcuno non me ne vogliate, vi ho anticipato che sono esaurita.
Da Chloé non c’è più Gabriela Hearst, ma Chemena Kamali (wow); Alessandro Michele è il direttore creativo di Valentino (EVVIVA) dopo l’uscita di Pierpaolo Piccioli; da McQueen c’è Sean McGirr (meh); da Tod’s c’è Matteo Tamburini (ok?); da Givenchy non c’è più Matthew Williams, ma Sarah Burton (incrociamo le dita); John Galliano è uscito da Maison Margiela (pianti e sconforto); Matthieu Blazy non è più da Bottega Veneta (sob sob) ma è da Chanel (era ora) che ha assistito all’uscita di Virginie Viard (finally); Louise Trotter è alla direzione di Bottega Veneta (boh???); Adrian Appiolaza è alla direzione di Moschino (delulu); Haider Ackermann è alla direzione di Tom Ford (emozionatissima) dopo due stagioni di Peter Hawkings (bye bye); Dries Van Noten ha chiuso baracca e burattini (sconvolta) e al suo posto ora c’è Julian Klausner (stiamo a vedere); David Koma è il direttore creativo di Blumarine (fiuuuu) dopo che Walter Chiapponi se n’è andato dopo solo una stagione. CI SIAMO?!?
I brand che hanno perso la cazzimma
Oltre al valzer dei direttori creativi, abbiamo anche tanti brand che di cambiamenti non ne hanno fatti, ma che forse ne avrebbero bisogno. Ne citerò 3 di cui vi ho già parlato nei capitoli precedenti di “Moda al cesso”, nella speranza che sia di buon auspicio per il futuro.
Vivienne Westwood: la SS25, ormai diretta solamente da Andreas Kronthaler, è stata una doccia fredda. I codici della maison spariti, rimpiazzati da outfit in serie asettici, proposte da signora imborghesita e camicette bianche. Insomma, Vivienne si è sicuramente rivoltata nella tomba, e i nostri cuoricini spezzati.
Dior: ormai sono stufa di ripeterlo, ma va detto. Maria Grazia Chiuri non piace praticamente a nessuno, eppure dalla direzione creativa della maison francese, non la scolla nessuno. Ma com’è possibile? Si può davvero mandare avanti una maison continuando a vendere borse di 30 anni fa? Spero in un futuro radicale cambiamento.
Versace: Donatella perde colpi, mi spiace ammetterlo ma dopo la SS25 non credo più nemmeno nel brand della Medusa. Maglioncini a righe, gonne caste, borse con i charms ma di dubbio gusto…Questo è il nuovo Versace? Dov’è la seduzione, dove sono le donne powerful di Gianni e Donatella? Probabilmente fagocitate dall’ennesimo trend volatile, l’apoteosi della banalità.
Basta clean girls
Ma chiudiamo la rassegna con una bella notizia, finalmente: l’era delle clean girls, assieme a quella del quiet luxury, ha finalmente visto la sua data di scadenza. Gli ultimi rimasugli? Il balletto virale di Sofia Richie, che, in realtà, non rispecchia bemmeno le caratteristiche di una qualsiasi performance di danza. Ma sopravviveremo anche a questo. Nel 2024, tutti quei make-up acqua e sapone alla Hailey Bieber che fino all’anno scorso prendevano in prestito il nome dal cibo (vedi: Espresso make-up, Latte make-up, Glazed Donut Make-up, ecc), sono spariti nell’etere e rimpiazzati da trucchi più personalizzati e dinamici. Anche esteticamente discutibili, sia chiaro, ma perlomeno autentici. Abbiamo rossetti sbavati, ombretti terrosi in stile Indie Sleaze, macchie di mascara e aegyo-sal, virate allo stile goth e glass skin esagerata, in onore dell’ultima sfilata di Margiela. Nel mondo beauty c’è finalmente più diversificazione, e la bellezza sta acquisendo più sfaccettature che non ci costringono a uniformarci in un unico canone. Non ci resta che augurarci che questa mentalità continui a caratterizzare anche il 2025.
Miei adorati cessini, grazie per questi mesi passati insieme! Non vedo l’ora di ricominciare a scrivere per voi l’anno prossimo (ihihi) e portarvi anche delle belle novità.
Vi svelo che sto lavorando al podcast di “Moda al cesso”, cercando di capire logisticamente dove farlo, e che argomenti selezionare. Ma vi prometto che presto diventerà realtà!
Vi auguro uno splendido Natale, per chi o festeggia, e uno splendido Capodanno - anche sul cesso, sia chiaro. I lassativi sono fantastici dopo i pranzi più abbondanti.
A prestoooooo
Sagace e on point come sempre, non vedo l’ora che arrivi il pod! ✨
IO GIURO CHE TI AMO